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Festival Riscarti 7a


Cultura e Innovazione si mescolano per ridisegnare futuri sostenibili. Il connubio fra arte e scienza nell’anno di Leonardo da Vinci, dove artisti e makers possono lavorare in sinergia, dà buone speranze. Riscarti l’eco festival giunge quest’anno alla 7°edizione, ospite del MakerFaire di Roma con un padiglione artistico con opere di 22 creativi: una mostra di oggetti prima scartati e poi minuziosamente ricomposti, “cose” vittime della materia stessa di cui sono fatte o dell’obsolescenza programmata. 

A Riscarti gli oggetti vivono più di una volta.

Nella prima giornata, in collaborazione con Città dell’arte-Fondazione Pistoletto ONLUS, si lavora sul tema del riuso con un laboratorio partecipativo per gli studenti delle Scuole di Roma.  Si tratta di un lavoro dal «significato simbolico inclusivo dell’intera società», spiega Michelangelo Pistoletto, maestro della “Venere degli stracci”. La Mela Reintegrata rappresenta il passaggio epocale che il mondo sta vivendo ed è l’indicazione di come affrontarlo. È un’opera che coinvolge oggi ognuno di noi e il futuro di noi tutti». La mela ha il pezzetto mancante del morso (come nella grafica di Apple o la mela avvelenata di Biancaneve) che rappresenta l’affermarsi dell’uomo sulla natura. A Riscarti il morso viene ricucito e reintegrato alla mela, segnale di un nuovo equilibrio ambito tra natura e scienza. L’installazione costruita interamente con tubolari di ferro riciclato, rete da pollaio e altri elementi di scarto, dall’artista Luigi Ambrosetti, viene successivamente reintegrata coinvolgendo, nella realizzazione della grande Mela, anche gli studenti, divenendo così un’opera collettiva, un’opera che parla a tutti.

Nella seconda giornata, i protagonisti della Piazza dell’economia Circolare, sono i BackBo gli ingegneri della sostenibilità. Grazie al contributo di Corepla, Riscarti presenta il workshop Plastica preziosa: il ciclo virtuoso della plastica delle bottiglie che tornano a ri-diventare oggetti

Nell’area espositiva si potrà inoltre passeggiare e conoscere alcuni degli artisti delle sculture e installazioni presenti, dove gli scarti vengono nobilitati a svolgere altre funzioni, o dove la natura viene salvata dalla contaminazione divenendo essa stessa materia prima dell’arte. Ognuna di queste declinazioni su riciclo, ci mostra come recuperare e riassemblare i pezzi, li sottrae al circolo dei rifiuti e li reinserisce in un circuito virtuoso, dando una nuova identità o funzionalità all’oggetto. These are not my legs, opera in legno di recupero, gommapiuma, ferro zincato, è una della serie Scheletri fragili di Giovanni Longo. Legnetti raccolti in spiaggia, segnati dai tarli protetti dalla corteccia, incisi nelle venature come rughe dall’acqua, spaccati dal sole, sono assemblati a comporre il soggetto, di cui l’artista ne studia l’anatomia e da lì ne ricerca i pezzettini riportati indietro dal mare, per costruire opere minuziosamente assemblate, delicate e spiazzanti.